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I viaggi, quelli belli

I viaggi iniziano per tanti motivi. Per piacere, per lavoro, per scappare da qualcosa che non ci fa stare bene. Ricordo ancora la prima volta che andai via da casa per 2 anni. Avevo perso la fiducia nelle Forze dell’Ordine, perché dopo 6 anni di stalking la Polizia mi trovava scuse, escamotage per non mettere a verbale sei anni ed io andavo e venivo ogni giorno dal Commissariato. Mi dissero di parlare anche con la psicologa della Polizia, che aiutava le donne in questi casi, ma di mettere nero su bianco non gli andava proprio. Non ci andai più, era troppo per me, troppa negligenza ed ero stanca di subire. Ma avevo un piano B e l’unico modo per sopravvivere, data la mediocrità del mio stalker, era andare in un posto dove molte persone all’epoca avevano paura: la Turchia.

Facendo delle selezioni on-line ero stata presa per un progetto con la Gazi University di Ankara. Bellissimo, sono sempre bellissimi questi piani B. E’ stato un po’ arduo far accettare ai miei la mia scelta, ma come sempre feci di testa mia.

Appena arrivata lì dopo 5 giorni ho cambiato completamente vita: Sim italiana buttata nella spazzatura, nuova sim turca. Non esistevano ancora gli smartphone, quindi con i genitori si comunicava tramite Skype una volta a settimana, perché non avevo tempo. So che penserete male, perché avrò fatto preoccupare i miei, ma tra tutte le cose che c’erano da fare ad Ankara, tra Università, scuole di lingua, lavoro, traslochi, girare nei supermercati a cercare “prodotti commestibili” con il dizionario sotto braccio e il carrello della spesa nell’altro non è che fosse proprio facile; o cercare gli indirizzi dei posti dove andare senza Googlemaps e chiedere per strada ai passanti non trovando nessuno, ma dico nessuno, che parlasse in inglese, non era una cosa semplice. Per fortuna i turchi, come noi italiani, si facevano capire a gesti, oppure erano talmente gentili da accompagnarti anche a piedi. Ho amato la Turchia, alla follia. E la amo tuttora, per le persone, per il cibo, per i paesaggi meravigliosi, per tutto. Ve ne parlerò presto, anche perché ho deciso di riprendere a scrivere per raccontarvi tutto e lo farò.

Dopo questi due anni bellissimi, tra alti e bassi come sempre, ho deciso di tornare in Italia perché mi scadeva il visto e non volevo rischiare, ma avevo già pronto l’altro visto lavorativo nella struttura dove lavoravo. Non so perché, forse per smaltire lo stress degli ultimi 3 mesi in Turchia, forse per sesto senso, decido nonostante tutto di tornare in Italia, risolvere il tutto e ripartire. Diciamo che non è andato proprio tutto come mi aspettavo: sottospecie di guerre civili in Turchia, attacchi Isis, attentati, il fidanzato lasciato lì, immischiato nelle sommosse popolari a rischiare la vita. In tutto quanto questo sono stata fortunatissima, io non ero lì. Ero tornata da 3 giorni. Non è facile ricominciare a vivere quando dentro hai tanta rabbia, quando vedi il tuo futuro completamente in un altro posto e improvvisamente sei costretta a rinunciare a tutto e a restare “immobile” e impotente, e l’unico modo per comunicare sono solo i social network. Vorresti spaccare il mondo in due, proprio come quelli che brutalmente vanno a spaccare la faccia a chiunque si avvicina alla propria ragazza, vorresti che le guerre scomparissero immediatamente, vorresti che chi abusa di potere e fa del male al più debole venga sotterrato nello stesso momento in cui lo fa. Vorresti far terminare quella vendita di armi al Medioriente, ma poi scopri la tua Nazione le produce per venderle dovenonvuoidiredove. Ma poi ti accorgi che tutto questo vortice primitivo di violenza genera solo altra violenza, rabbia, nervosismo e il fisico ne risente.

La risposta migliore a tutto è la pace. E se tutto è andato così, è perché era destino che dovesse andare così. Ma almeno nel mio piccolo ho fatto ciò che potevo per limitare i danni. C’erano troppi soprusi e troppe vite in mezzo.

E’ stato strano e difficile ricominciare, ho provato a crearmi un futuro a casa mia a Gallipoli, a sistemarmi, ma non sentendomi realizzata ho ceduto dopo 4 anni ho ricominciato a fare ciò che ho sempre desiderato fare: viaggiare. Ho tagliato con tutti i posti che non mi trasmettevano nulla di positivo, con persone frustrate che non facevano altro che inveire contro il prossimo o incolpare gli altri perché non avevano le palle di ammettere i propri sbagli, senza mai un minimo di gratificazione, sebbene sapessi di aver fatto tanto. Ho raccolto un po’ di soldi (alle spese della mia salute) e sono partita nuovamente.

Il mio programma era di trascorrere 2 mesi viaggiando intorno all’Australia, di fare il Coast to Coast con la macchina e poi ripartire a Novembre per stabilirmi a Miami. E’ andato tutto esattamente come credevo (ahaahahha, è ironico).

Per ora la mia base è in Australia a Sydney, ma sono ancora a Gallipoli, Italy a risolvere le ultime cose e a godermi il mare, proprio come mi ha detto il dottore.

La vita è imprevedibile e bellissima e, anche quando sembra la fine, vi dovete soltanto liberare delle persone negative e cominciare a vivere. Scegliete di stare con chi vi fa stare bene, con chi vi rende felici, coltivate l’energia positiva, i pensieri positivi. Sempre, anche quando siete giù. Attrarrete solo eventi positivi.

(Ecco perché quando vi fidanzate si scatena il mondo e avete il mondo ai vostri piedi! E’ la vostra energia positiva) AHAHAHAH

Alla prossima Folks! :* A presto!

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