img 9801

Whitsunday Islands e il paradiso terrestre di Whiteheaven Beach

Era da tempo che sognavo di vedere questo posto incredibile in Australia, l’avevo scoperto così per caso, giusto facendo colazione una mattina e guardando il maxischermo nella nostra hall. Paesaggi incredibili, dune di sabbia che si intrecciavano regalando spiagge con sfumature di colori dal bianco al blu passando per il turchese ed il cobalto, isole che terminavano e dominavano l’orizzonte, ancora non riuscivo a crederci che quel sogno si stava avverando.

Io e Sam ci eravamo conosciuti in un’altra incredibile escursione a Fraser Islands, l’isola di sabbia più grande al mondo, ma nessuno dei due voleva porre fine a questo viaggio, così l’ultimo giorno, il giorno degli addii, ognuno di noi parlava dei suoi futuri viaggi e noi non vedevamo l’ora di andare nello stesso identico posto. Così, saltammo in macchina e ci alternammo al volante per ben 11 lunghissime ore. Era la prima volta che guidavo in Australia per così tante ore, con una macchina con il cambio manuale, ovviamente la guida a destra, ma si ha bisogno un attimo di capire come posizionarsi al centro della carreggiata e il lato dal quale sorpassare, per il resto è tutto uguale.

Salendo lungo la costa Est dell’Australia il clima iniziava a cambiare, andavamo incontro alla stagione delle piogge e lungo il tragitto non era difficile imbattersi in acquazzoni improvvisi. Bisogna essere molto prudenti e soprattutto cercare di viaggiare per quello che si può durante il giorno, la notte diventa un po’ rischioso a causa degli attraversamenti notturni della carreggiata dei canguri. Bisogna essere molto prudenti anche sul carburante e sui viveri, non si incontra facilmente una stazione di servizio e/o un punto ristoro dove rifocillarsi, si può trattare anche di tante ore di viaggio senza incontrare anima viva per strada. E soprattutto bisogna partire organizzati anche con le bevande. L’Australia è un continente grande più o meno quanto gli Stati Uniti d’America ma con poco più di  un terzo degli abitanti dell’Italia, esattamente 25 milioni di persone, quindi potrete facilmente immaginare che al di fuori dei grossi agglomerati urbani è quasi completamente disabitata.

Così in tarda serata arrivammo ad Airlie Beach e siccome noi due avevamo tempistiche diverse, io avevo solo un giorno per poter visitare la zona, a differenza di Sam, iniziai a studiare tutti i possibili itinerari per il giorno successivo.

Avevo la sveglia alle 7 in punto, mi lavai, vestii e feci colazione in giardino ma una delle più belle sorprese che abbia avuto quella mattina fu fare colazione con le cacatue, sentirle gracchiare perché volevano che le dessimo da mangiare.

Erano troppo belle. Ammaliata da tanto spettacolo, ma senza dimenticare i miei sogni mi recai in reception, con una determinazione ed una risolutezza che pochi hanno, e chiesi consiglio sulle escursioni da fare in giornata. Fui fortunatissima e prenotai un last minute: imbarcazione veloce, giro tra le isole, pranzo, bagno e snorkeling. Cosa potevo chiedere di più per una giornata? Avrei voluto fare tanto altro, ma il tempo stringeva, dovevo rientrare a Brisbane quanto prima e non potevo più posticipare, avevo il volo per tornare in Italia.

Così mi ritrovai la navetta sotto la struttura ricettiva, arrivammo al porto, ci fornirono le mute, ci diedero tutte le istruzioni e salpammo.

Non potete immaginare quello che provavo in quel momento, era una via di mezzo tra l’eccitazione che stavo per coronare uno dei miei sogni, la tranquillità, come se fosse una cosa del tutto normale quella che stava accadendo, e l’incredulità, perché dopo tutta la fatica a lavoro, la pazienza, la speranza e tutte quelle ore di viaggio, avevo trovato un’escursione last minute e mi avvicinavo sempre di più verso ciò che negli ultimi anni avevo sempre sognato. Sembrava come se la vita mi stesse dicendo: “Riconosco tutti i sacrifici che hai fatto, la tua determinazione, il tuo continuo allinearti con i tuoi sogni, ecco per te un regalo, anche se ti sei messa da sola su questa strada, goditelo appieno”.

Lascerò le immagini parlare. I membri dell’equipaggio furono bravissimi e gentilissimi, e la nostra imbarcazione era super veloce. Quel giorno piovve anche, ma come tutte le località tropicali, la pioggia arriva e va via subito e viene fuori un sole fantastico. Attraccammo a qualche metro dalla costa di un’isoletta e giungemmo a riva su un gommone. Era un’isola deserta, ma c’era un percorso da seguire per arrivare a godere uno spettacolo magnifico. Ci invitarono a non abbandonare il sentiero battuto dall’uomo perché era veramente facile perdersi.

Eravamo diretti all’Hill Inlet Lookout, una collinetta dalla quale ammirare quest’esorbitante spettacolo della natura. 

Ci sarei rimasta lì per non so quanto tempo ancora, ma ero grondante di sudore, avevo finito l’acqua ed ero prossima allo svenimento, e, nonostante ciò, avevo ancora qualche riserva di energia. L’unica cosa che speravo era quella di tornare il più presto possibile sulla barca per poter bere. Se nelle nostre realtà non bisogna preoccuparsi di portare con sé un quantitativo adeguato di acqua perché la si trova ovunque, qui in Australia se ci si dimentica di portarla si combatte con la disidratazione e, sotto il sole cocente, 40 gradi e dopo un percorso di trekking in salita su una “montagna”, non è assolutamente una cosa da poco. E sopratutto nessuno vi dirà di portavi dietro l’acqua, dovete pensarci da soli.

Una volta risaliti a bordo ci portano nella  Whiteheaven Beach, un paradiso terrestre, dove sotto una tettoia pranzammo insieme ad un varano gigante e subito dopo ci facemmo uno dei bagni più belli di tutta la mia vita. Era incredibile pensare che bisognava indossare la muta davanti a tutta quella meraviglia, ma le meduse australiane sono veramente piccole ed era rischioso farlo senza. Sebbene l’acqua fosse bassissima come da noi nel Salento, era piena di pesci di tutte le dimensioni, ed i pesci sembravano volessero giocare con noi. Avete presente il paradiso? Gli avrei dato questo nome: Whiteheaven Beach.

Il resto ve lo racconterò nel prossimo post, cliccate qui per leggerlo: Snorkeling tra le tartarughe australiane e se non volete perdere un fantastico video realizzato da me, cliccate qui e sottoscrivetevi al mio canale YouTube!

Stay tuned!

2 risposte a “Whitsunday Islands e il paradiso terrestre di Whiteheaven Beach”

Rispondi