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Perché è importante e come è stato istituito il Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano?

Il Parco Naturale regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano è uno dei più importanti nella provincia di Lecce ed ha un estensione di 1.122 km, solo di costa alta incontaminata sono 7 km e 300 ettari di pineta.

La sua importanza è dovuta non solo dall’aspetto paesaggistico ma soprattutto all’importanza storico-archeologica grazie alle sue famose grotte frequentate sin dal Paleolitico, come ad esempio la Grotta del Cavallo, quella di Capelvenere, il Riparo Zei, la Grotta dall’Alto ed il sito di Serra Cicora. Un altro elemento storico importante sono le torri costiere che sorsero sulla costa salentina intorno al XVI secolo ad opera di Carlo V, per proteggere la costa dalle scorrerie nemiche che terrorizzavano e saccheggiavano la popolazione; all’interno del parco si trovano anche gli antichi furneddhi, che offrivano riparo durante le ore più calde del giorno, e due masserie: Masseria dall’Alto, nei pressi di Torre dall’Alto e Masseria di Torre Nova entrambe riconducibili al XVI secolo. La struttura di Masseria dall’Alto ha degli elementi databili tra il XVI e il XVIII secolo, ma molto probabilmente è stata costruita su preesistenze ancora più antiche. La particolarità di questa masseria è la piccola chiesetta che custodisce un’iconografia tipicamente Settecentesca. Masseria Torre Nova è invece il centro logistico del Parco e, a differenza delle altre masserie del luogo, è caratterizzata anche da altre costruzioni rurali, dalle stalle da altre abitazioni tipiche delle masserie salentine.

Il Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano comprende anche tre torri di avvistamento, una più bella dell’altra per la loro visuale e per i loro percorsi, rivolte verso Gallipoli: Torre dall’Alto, a 50 m sul livello del mare, situata sul “dirupo della dannata”, chiamata così a causa delle sue leggende legate ai suicidi. Alle sue pendici vi è una Grotta che prende il nome dalla torre, per l’appunto Grotta dall’Alto, importantissima perché legata alla più antica presenza dell’Homo di Neanderthal sul territorio, a come costruiva l’attrezzatura per cacciare e quindi ai suoi strumenti litici; Torre Uluzzo, e 32m sul livello del mare nei pressi delle antiche grotte preistoriche e Torre Inserraglio, un tempo chiamata Torre del Crito, situata molto più in basso a soli 3m sopra il livello del mare. Le opere di restauro avvenute negli anni ‘60 su quest’ultima torre l’hanno ulteriormente allontanata dall’aspetto originario.

L’area di questo Parco comprende tre siti di interesse comunitario (SIC) Torre Uluzzo, Torre Inserraglio e Palude del Capitano, oltre a tante aree di interesse archeologico e paleontologico. E’ stata istituita con la legge Regionale n. 6/2006 dopo le estenuanti lotte portate avanti da Renata Fonte, uccisa ad opera della Mafia. Renata Fonte è un’eroina dei nostri tempi, alla quale viene dedicata una targa all’interno del parco, nei pressi di Torre dall’Alto. La Fonte dedicò la sua vita alla salvaguardia dell’ambiente dai forti poteri incontrastati dell’abusivismo edilizio, realtà che, sebbene meno radicata del passato, ancora oggi permane e lo si evince dai continui e ripetuti incendi nei pressi dei Parchi salentini. Mi fa molta tristezza ammetterlo, ma se le persone conoscessero a fondo il territorio e le sue potenzialità, sono convinta che anche la Mafia stessa inizierebbe a guardarlo con occhi diversi e lo difenderebbe strenuamente.

La gestione del Parco, dopo l’Istituzione con la legge n.6/2006, è affidata al Comune di Nardò.

Prima di analizzare l’aspetto ambientalistico, assolutamente non meno importante, analizziamo la sua importanza storico-archeologica. All’interno di questo Parco si trovano un’elevata densità di siti preistorici in grotta, basti pensare che 11 grotte delle 23 grotte preistoriche presenti su questo parco godono di un’eccezionale importanza archeologica, grazie anche ad un insieme di fattori che ne hanno favorito la conservazione dei reperti archeologici nel corso del tempo.

La Baia di Uluzzo, posta nei pressi dell’omonima torre d’avvistamento, è uno dei 77 siti della Puglia più importanti, grazie alla sua alta valenza preistorica. “Anch’essa ha restituito informazioni riguardanti il popolamento neanderthaliano, il primo sapiens (Uluzziano) e la fase finale del Paleolitico (12.000 – 8.000 anni fa circa). Proprio a quest’ultimo periodo sono da riferire importanti resti archeologici che testimoniano la strutturazione di un pensiero astratto e di forme di ornamento della persona quali conchiglie lavorate e un canino atrofico di cervo, forato per essere probabilmente utilizzato come pendaglio.”

I ricercatori che nel 1961 avviarono le ricerche archeologiche in loco, non si sarebbero mai aspettati che Porto Selvaggio sarebbe diventato uno dei distretti più importante e di un certo livello per quanto riguarda la preistoria italiana. Infatti sono stati scoperti siti di grandissima valenza storica come la Grotta del Cavallo. La Baia Uluzzo ha dato vita ad un aspetto culturale del Paleolitico che dalla storia dei periodi storici ha preso il nome di “Uluzziano” quel periodo di passaggio tra l’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens, dove principalmente avvenivano sculture litiche, che dal latino significa appunto costruiti con la pietra. L’Homo di Neanderthal e poi l’Homo Sapiens lasciarono un’importante traccia della loro frequentazione che oggi attira sempre gli studiosi curiosi di tutto il mondo. I dati sulle ricerche di questo parco lì potete trovare negli studi pubblicati dal prof. Borzatti e dal prof. Palma di Cesnola.

Altre grotte importanti per comprendere il Paleolitico e il Neolitoco, in questo luogo sono senz’altro La Grotta Riparo Zei, Grotta del Cavallo, Grotta Uluzzo C, Grotta Capelvenere, Grotta Uluzzo, che credo di trattare in un altro articolo per i veri appassionati.

I reperti preistorici trovati in queste grotte si trovano nel Museo della Preistoria a Nardò.

Dal punto di vista ambientale la sua importanza è legata all’elevata biodiversità vegetale del suo ecosistema, non così elevato come il Parco di Punta Pizzo ed Isola di Sant’Andrea che custodisce la più alta biodiversità vegetale, ma tale da renderlo ugualmente importante. Il Parco di Porto Selvaggio è caratterizzato da macchia mediterranea con specie arbustive tra i 2-3 metri e, grazie alla matrice calcarea del suolo roccioso e sabbioso, è costituito anche dalla gariga costiera. A causa della passata piaga degli incendi boschivi, in quelle zone si sono create delle condizioni ambientali tipiche della sub-steppa. Alcune specie rare ed endemiche sono presenti nel parco e sono protette dalla Comunità Europea, come il Limonium, Aurinia leucadea, Sarcopoterium spinosum ed altre ancora. Tra le specie spontanee non possiamo non menzionare il lentisco, il mirto, il corbezzolo, il rosmarino, l’erica, le ginestre, il timo, etc. La fauna purtroppo si è ridotta a pochi esemplari a causa dell’elevata presenza dell’uomo, ma si trovano ancora volpi, donnole e ricci 🦔 ed alcune specie di uccelli migratori.

Anche il fondale marino non è assolutamente meno importante di tutto il resto, infatti grazie al fenomeno carsico e alla presenza di sorgenti d’acqua naturale si sono modellate le cavità che spesso sono molto più grandi di quelle esterne. Diversi camminamenti sotterranei possono essere visitati con percorsi di scuba-diving e, nella mappa che vi allegherò, sono espressamente segnati. La Grotta delle Corvine è quella più spettacolare per le sue dimensioni e per la ricchezza di specie biologiche marine. Addirittura, gli studiosi dell’Università di Lecce hanno classificato delle specie viventi mai viste prima.

Dati i ritrovamenti di alcuni fossili e delle linee di riva 40-50m al di sotto dell’attuale livello del mare, dimostrano come il livello dell’acqua si sia innalzato e ovviamente si presuppone che quelle grotte, un tempo sulla costa, erano abitate dall’uomo preistorico. Il Parco, inoltre, si affaccia sull’Area Marina protetta di Porto Cesareo.

Mappa Parco Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano

All’interno, per facilitare gli spostamenti, sono presenti dei trenini durante il periodo estivo che con 2 euro vi danno la possibilità di raggiungere le aree più importanti del parco in poco tempo, come ad esempio anche la spiaggetta di ciottoli, con l’adiacente sorgente d’acqua.

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