Il Marocco è una nazione bellissima da scoprire, ma con le dovute accortezze, dove si possono incontrare persone fantastiche.
Ecco com’è iniziato il nostro viaggio in Marocco.
Avevamo cercato di raccogliere quanti più feedback possibili per scegliere le mete del nostro viaggio, ma come ben sapete sui paesi arabi iniziano una serie infinita di preconcetti che assolutamente ti fanno passare tutta voglia di partire. Ma io e i miei compagni di viaggio avevamo un unico desiderio andare al di là dei classici stereotipi e così siamo partiti determinati (anche se in fondo in fondo l’entusiasmo della partenza lasciava spazio un po’ al brivido dell’ignoto e ai silenzio dei preconcetti).
Il nostro aeroporto di arrivo era quello di Fez, ma una volta arrivati, sebbene noi volessimo prendere i mezzi pubblici, non esisteva alcun nessun mezzo pubblico che collegasse l’aeroporto di Fez con la città e una volta arrivati alla fermata dell’autobus fantasma grazie ad un taxi siamo riusciti a raggiungere il centro.
Mai fermarsi a “La Gar” di Fez con un taxi, specialmente se siete stranieri. Siamo stati assaliti da una mandria di bambini che volevano soldi e non ci mollavano nemmeno un secondo, in più vedevano me tutta piena di tatuaggi, mi facevano complimenti e mi chiedevano soldi, complimenti-soldi-complimenti-soldi.
Vedevo le espressioni di terrore di Matteo. Da lì in poi proseguimmo a piedi, cercando di raggiungere la Medina.
La Medina (lett. “centro antico” della città) di Fez è la Medina più grande al mondo con oltre 200.000 abitanti. Inutile dirlo, che ci perdemmo tra i vari souk, monumenti, giardini botanici, assaggiando un’economicissimo cibo da strada (circa 50 cent per un mezques) che ad un certo punto, dopo tanto vagare, eravamo stremati e decidemmo di contattare il nostro manager per venirci a recuperare. Eravamo vicino alla Porta Blu (Blue Gate per i turisti, Bab Boujloud in arabo) ma non lo sapevamo e dopo aver raggiunto quest’attrazione importante della città è stato facilissimo poi perdersi nelle stradine strettissime e tortuose e ritrovarsi subito nella struttura, era solo a 3 minuti a piedi dalla Porta Blu e tutto ciò che ci interessa era immediatamente nelle nostre vicinanze.
Akmet ci accompagnò in un ristorante super lussuoso, chiamato Bab Sahra, a tre piani, bellissimo, da sogno, c’era anche la possibilità di mangiare sul terrazzo. I prezzi erano come mangiare in un ristorante in Europa, un piatto veniva intorno ai 15€, costosissimi per stare in Marocco, normali per noi. Ci siamo fatti cullare dalle attenzioni dei ristoratori e di Akmet e dei suoi ragazzi subito dopo e così la prima serata è terminata tranquilla.
Il secondo giorno avevamo prenotato una visita in lingua italiana (si avete capito bene, in italiano, molte persone a Fez nella Medina parlano italiano senza mai essere stati in Italia), ma io a causa della mia infinita stanchezza avevo capito un prezzo per un altro. Inutile dirlo che ero arrabbiata il giorno dopo, perché a volte quando ci sono i turisti ci speculano sui prezzi e non volevo più partecipare (P.S. Non dimenticate che nei paesi arabi bisogna trattare sui prezzi altrimenti si offendono). Poi mi sono lasciata convincere dalla guida e per 6 ore ci ha portato in giro a scoprire i punti salienti della città.
Ci ha illustrato i principali monumenti importanti della città, le scuole, le università e spiegato anche da cosa deriva la sua importanza, ci ha accompagnato nel museo del legno, nella Fondazione Ducci di Cultura Italiana, ci ha accompagnato tra i vari souk (i souk o souq sono i “mercati”) di spezie, di cosmetici, di vestiti da cerimonia, ci ha fatto visitare esternamente una moschea. E poi sono iniziate le esperienze, ci ha portato in un posto per farci vedere come vengono tessuti artigianalmente i tessuti, ci ha fatto scoprire come viene ricavato l’olio di argan e come si fanno i profumi, abbiamo assistito ad una esposizione di tappeti in una torre del vento, ci ha fatto visitare la famosa conceria. Ovunque andassimo, le guide parlavano tutte in italiano, incredibile!
Sinceramente, alla fine sono stata molto contenta del servizio proposto e anche se a mio parere è stato un po’ altino come prezzo per stare in Marocco (40€ da dividere in 3, 13.50€ a testa) non assolutamente come prezzo per una guida, è che il costo della vita lì, se non si tratta di turisti è veramente bassissimo. Devo essere sincera, ne è valsa veramente la pena anche per evitare la perenne batteria scarica sul telefono per cercare tutti i posti da visitare e soprattutto evitare di perdersi nelle strettoie solo perché Google Maps dice che la strada è corretta, quando in realtà è un vicolo chiuso o c’è casa di qualcuno e non si può passare e quindi perdersi nel labirinto di stradine ed evitare di seguire persone che ti indicano la strada ma in realtà ti fanno perdere ancora di più.
E comunque mi sento vivamente di consigliarvi la nostra guida in italiano Mohamed, se avete bisogno del suo numero di telefono scrivetemi pure che ve lo giro subito.
Nonostante ci avessero proposto ristoranti super lussuosi come quello della prima sera, avevamo bisogno di qualcosa di autentico e così ci fermammo a mangiare nel Berrada Family Restaurant, super consigliato da Trip Advisor. Devo essere sincera, sono stata super felice perché prima ci hanno fatto assaggiare il cibo e poi abbiamo scelto cosa mangiare e con 60 dirham marocchini (5,86€) avevamo un pranzo completo: zuppa, piatto principale e contorno.









La sera, abbiamo scoperto posto dove mangiare nelle vicinanze della struttura dove alloggiavamo, dove credo di aver assaggiato la migliore omelette di tutta la mia vita con patate e formaggio, semplicemente divina a soli 25 dirham (2,43 €). Il nome di questo posto è introvabile, lo scontrino era un semplice foglio di carta piegato con il totale scritto a penna e il tipo per attirare persone offriva una specie di frittelle piccanti per farli accomodare, tutto nelle vicinanze della Porta Blu.
Subito dopo, siamo andati alla ricerca finalmente di un locale dove bere una birretta. L’alcol è molto difficile da trovare in una nazione mussulmana, eccetto se sono molto abituati a ricevere alti volumi di turisti. Piccola parentesi, se siete degli assidui bevitori, vi consiglio di prendere le bottiglie di alcolici in aeroporto prima di partire per non rischiare di soffrire questa purificazione forzata. Ad ogni modo nell’hotel Batha, c’erano 2 locali molto carini, uno è il British Saloon ed un altro locale adiacente con le piscine e il narghilè veramente accattivante. Diciamocelo chiaramente, un posto per turisti, anche se sembrava che gli unici turisti fossimo noi lì.
Il giorno successivo avevamo prenotato una visita guidata per Chefchaouen, la Perla Blu del Marocco. Un’intera città dipinta di blu, bellissima! Ammirare ogni singolo scorcio e panorama mi ha lasciato un ricordo molto bello del Marocco. Dicono che siano tanti i motivi delle sue mura blu, chi dice che sia una trovata di marketing, chi dice che siano state pitturate di blu solo per allontanare gli insetti, ad ogni modo questa caratteristica città blu è molto bella e particolare da vedere.
Al nostro ritorno a Fez, abbiamo mangiato in un altro ristorantino all’aperto sempre vicino alla Porta Blu, che si chiama Chez Rachid, dove il tipo ci ha proposto un menù facendoci anche un piccolo sconto. La cosa incredibile è stata che oltre alle Tajine di manzo che assomigliano tantissimo al nostro spezzatino, alla fine ci hanno portato un dolce tipico del posto che si chiama Chabakia che è uguale alle nostre Cartellate tipiche del periodo carnevalesco in quasi tutto il Sud Italia. Stesso sapore, stessa forma, semplicemente un po’ più piccole e più “abbronzate” 😉😜.






















